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- dott. Gaetano Pennino

  antropologo ex direttore della Casa Museo A. Uccello di Palazzolo Acreide

"un artista significativo perchè esprime una sapienza artigianale non molto diffusa e anche con parecchi segni di caratterizzazione stilistica di gusto e di formalizzazione davvero originali, due aspetti emergono, da un lato l'inclinazione dell'artista a riprodurre un mondo fanciullesco dall'altro vi è l'aspetto più solenne più austero che si manifesta nella lavorazione della pietra, ma prevalente legato al gioco alla costruzione dei giocattoli che sono davvero preziosi"

- prof. Paolo Giansiracusa

  soprintendente artistico, ordinario di storia dell'arte

"la sua era la fabbrica dei sogni, il luogo della magia e della finzione, lo spazio dell'eterno sorriso e che nel settore dell'intaglio lapideo, riprende le forme del neoclassicismo ibleo e accenna ai primi timidi germogli di quel liberty che in pochi anni diventerà lo stile ufficiale del nostro territorio per oltre un trentennio"

- prof. Nello Blancato

  pedagogo esperto di tradizioni popolari

"un antesignano della produzione di giocattoli e maschere, aveva la capacità di regalare felicità e gioia ai bambini, una pagina importante che rimane nella storia delle tradizioni popolari"

- avv. Domenico Nigro

  ex Sindaco di Palazzolo Acreide

"ha rappresentato per le generazioni passate un punto di riferimento per la cultura popolare, era costruttore di giochi di maschere e di mongolfiere, un'artista di una certa finezza dove al cimitero di Palazzolo Acreide sono custodite opere significative di una certa importanza"

- storico dell’arte Sebastiano Lantieri

  critico per conto del "Comanducci" di Milano a Palermo

"un nostro “Chagall” sui generis, marcato Sicilia, pieno di risorse, d’inventiva artigianale favolosopopolaresca, d’afflato poetico d’ampio respiro"

- prof. naturalista Paolino Uccello

  scrittore

"don Ciccio costruiva, con le sue abili mani, la personificazione del carnevale, la maschera principale, massima, l’oggetto di tutte le gioie, di tutti i dolori, dei finti piagnistei, del pazzo furore di quanti sono spensierati"

- avv. Orazio Scalorino

  ex Sindaco di Floridia

"I cavalli a dondolo, le maschere, le mongolfiere, create da “don Ciccio Pastasciutta” hanno rappresentato la gioia di tanti bambini che li hanno ricevuti in dono e che con loro hanno dato libero sfogo alla propria fantasia"

- dott. Giuseppe Implatini

  esperto catalogatore U.O. IX Beni Demoantropologici di Siracusa

"sapiente della sua attività era sintesi di molte originarie conoscenze e tradizioni. Un uomo dotato di grande creatività, capace di dedicarsi con passione alla costruzione delle sue opere"

- Davide Gozzo

  ex presidente della Pro Loco di Floridia

"i giocattoli d’epoca di Don Ciccio Lombardo non sono semplici oggetti ludici, sono i testimoni di un tempo che non c’è più, fatto di valori e semplicità, pregno di gioia"

- dott.ssa Rita Insolia

  ex dirigente U.O. IX Beni Demoantropologici di Siracusa

"di rilevante importanza è il patrimonio che l’artista Don Ciccio ci ha lasciato: ciccupeppi, cavalli a dondolo o su rotelle, maschere, palloni volanti, ecc.; una ricchezza a testimonianza di un mestiere, rara espressione dell’arte popolare in un determinato periodo storico, un’ingegnosa attività artigianale scomparsa con l’avvento del prodotto industriale in plastica"

- dott. Arturo Spadaro

  ex Sindaco di Floridia

"esiste un museo di giocattoli nella nostra floridia, rappresentato da una serie di giocattoli in cartapesta fatti dal maestro Lombardo che sono stati raccolti dal figliolo e portati qui per l'affluizione di tutti gli appassionati di questa particolare attività culturale"

- prof. Luigi Lombardo

  saggista, scrittore e strorico delle tradizioni popolari

"don Ciccio esercitava il mestiere di falegname, ma la sua attività era assorbita dal ciclo delle feste paesane per le quali lavorava: in vista dei "morti" preparava i giocattoli più richiesti dal popolo, come i cavallucci di cartapesta, carrettini, "ciccupeppi" che egli lavorava nella bottega del quartiere Costa. Dopo veniva il Natale e don Ciccio modellava i pastori di creta cotta al sole. Ma il clou erano le maschere di carnevale, "i facceri", nella cui lavorazione era maestro"

- dott. Giuseppe Aloisio

  giornalista dipendente della Camera di Commercio di Siracusa

"Francesco Lombardo ha saputo coniugare l'artigianato con l'estro naturale e l'arte semplice e serena della quotidianità. Per questo è divenuto uno dei più genuini rappresentanti della cultura popolare palazzolese e non solo"

- dott. Roberto Rubino

  giornalista

"solo la mano destra protesa verso il cielo manca delle dita, limate dalla cancrena dello smog, pur senza togliere slancio all'insieme. Una silenziosa testimonianza, quindi, che racconta ai giovani e ricorda ai meno giovani dell'estro di un personaggio che solcò l'oceano credendo di trovare la sua identità per accorgersi, dopo poco tempo, che essa era rimasta tra la usa gente"

- artigiano Paolo Costa

  falegname mobiliere

"meravigliava di come realizzava i suoi lavori con una mano, calmo nella espressione era un vero maestro nella costruzione di giocattoli e maschere di cui avevano un certo valore"

- prof. Ettore Signorelli

  figlio del Negoziante floridiano "ù bassu"

"era uno specialista nel campo dell’artigianato dei giocattoli; portava nel suo campionario carrettini siciliani, pulcinella, trenini di legno che venivano tirati dai bambini con un pezzo di spago. Costruttore di belle maschere per il carnevale, ma soprattutto era un gran maestro nella costruzione di cavalli montati su telaio con 4 rotelle e di cavalli a dondolo che non si distruggevano mai"

- dott.ssa Federica Puglisi

  giornalista

"Francesco Lombardo, uno dei primi artisti della cartapesta, che amava realizzare maschere e sculture antropomorfe, tuttora conservate nalla Casa Museo A. Uccello"

- dott. Dino Cartia

  giornalista

"don ciccio pastasciutta era una sorta di emporio di tutta una serie di oggetti che facevano la felicità di grandi e piccini"

- dott.ssa Angelica Billiani

  ex assessore ai Rapporti Unesco e Aree Museali

"figura di spicco nell'ambito locale era quella del maestro Francesco Lombardo, che negli anni '40 è tra i primi maestri della cartapesta, a lui si devono la realizzazione di maschere e sculture antropomorfe, che servivano a vivacizzare i carnevali palazzolesi"

- Comunià palazzolese di Melbourne

"Francesco Lombardo conosciuto come Don Ciccio Pastasciutta, un artista a modo suo, che faceva la gioia dei bambini con le sue creazioni di giocattoli originali"

- Salvatore Mezio

  giornalista

"dotato di una spiccata creatività si dedicò al legno e alla cartapesta e ad altri materiali eterocliti; si mise a costruire giocattoli e maschere di carnevale e il lancio di palloni aerostatici"

- dott.ssa Mariarita Sgarlata

  ex assesore regionale ai Beni culturali

"l'impegno di tutelare e conservare, per mezzo anche del Registro delle Eredità Immateriali l'eccezionale patrimonio "intangibile" dei saperi artigianali rappresentativi della vera identità siciliana"

- prof.ssa Maria Lantieri

  moglie dell'avv. Rosario Branca ex primo Sindaco di Palazzolo Acreide

"il disegno raffigurante un cavallo in corsa in atteggiamento di slancio venne commissionato da mio marito, avv. Rosario Branca all’amico palazzolese Francesco Lombardo (detto Don Ciccio Pastasciutta) nel gennaio 1946, doveva rappresentare il simbolo politico di una lista locale “Unione Popolare”, per le elezioni amministrative a Palazzolo A. che vennero espletate il 24 marzo del 1946, in quella occasione, divenne il simbolo vincente che consentì a mio marito di affermarsi primo Sindaco eletto dal popolo di Palazzolo Acreide del dopoguerra"

- sig. Sam Liistro

  ex presidente comunità palazzolese a Melbourne in Australia

"e chi non ricorda “don ciccio pastasciutta”, era un uomo popolare tra gli anni ‘30 e ‘50, in particolare ricordo noi bambini che aspettavano con ansia il giorno dei morti, per trovare i famosi fichi secchi, solo se eravamo stati buoni, altrimenti trovavamo cenere e carbone. Uno dei personaggi dell'epoca era il signor Francesco Lombardo con i suoi famosi lavori di cartapesta, con produzione di cavalli a dondolo, bambole, carri allegorici per la famosa sfilata del carnevale palazzolese. Ma per noi bambini soprattutto ricordiamo il famoso “ciccupeppi”, ci alzavamo ancora prima deIl'alba per andare a giocare con quel famoso giocattolo, ma guarda caso il nostro caro “ciccupeppi” scompariva in giornata, perché I nostri “mutticieddi” se lo portavano indietro per ricomparire il prossimo anno con lo stesso colore e gli stessi difetti"

- dott. Sebastino Messina

  ex funzionario della Provincia Regionale di Catania

"dopo una ricerca su internet, ho scoperto che la sua vera denominazione era “ciccupeppi”, i cui disegni si trovano a Floridia presso il Museo del Maestro Francesco Lombardo (Cicciu Pastasciutta, vero ideatore). Trattasi di un pupazzetto in legno, le cui braccia, dotate di piccoli piatti di latta, sono collegate alle due ruote, mediante un asse a camme, mentre altri due piatti sono fissati sul piano di appoggio. Un'asta di legno consente di spingere il tutto sulle ruote che girando mettono in moto il meccanismo che consente alle due coppie di piatti di battere tra loro, emettendo un "suono" ritmico a seconda della velocità di avanzamento, da ciò il nome batti-batti"

- sig. Pippo Ferla

  lavorante e testimone della fabbrica di giocattoli e maschere del maestro Francesco Lombardo

"pubblicamente in presenza dell'avv. Domenico Nigro riferì: con le prime cinque mila lire guadagnate nella fabbrica di giocattoli e maschere di don ciccio pastasciutta, mi comprai il primo paio di scarpe"

- dott. Carlo Giuliani

  Onorevole di Palazzolo Acreide

"ho conosciuto don ciccio pastasciutta e nè ho apprezzato tutto il vissuto e il suo operato, organizzò gite scolastiche e di piacere a Taormina, Giardini Naxos e Isola Bella di cui parteciparono Giuseppe e Graziella figli di don ciccio pastasciutta"

- padre Teodoro

  sacerdote di Palazzolo Acreide cugino del maestro Francesco Lombardo

"è stato un uomo capace ed estroso, tutti qui a Palazzolo lo ricordiamo affettuosamente per quello che ha fatto e ci ha lasciato "

- sig. Storace Gaetano

  figlio di Vincenzo falegname di Piazza S. Antonio a Palazzolo Acreide che trovò fortuna in Venezuela

"da ragazzino don ciccio pastasciutta mi chiamava per aiutarlo a realizzare i carrettini siciliani e i cavallucci e in ricompenso me ne regalava uno"

- sig.ra Rizza Elena

  amica e conoscente di famiglia

"era il dopoguerra, da bambina andavo spesso nella fabbrica di don ciccio pastasciutta impregnata di vari odori di colla, di farina fermentata, di carta, di colori e di gesso ero affascinata da quel lavoro manuale dove creava con maestria fantastici cavallini e maschere, e quando non era convinto del risultato li rifaceva, dovevano essere belli e attraenti. Per la nostra famiglia è stato più di un amico, uno di noi, era un uomo volenteroso intelligente e pieno di inventiva, altruista che regalava a chi che sia i suoi giocattoli. Mi ricordo che don ciccio pastasciutta, mi regalò una bambola di cartapesta, lavorata con le sue mani appositamente per me che ancora oggi la tengo custodita a casa. A fine giornata quando si accorgeva che ero ancora lì, mi diceva vai a casa la mamma ti aspetta"

- signori Salvatore Tripoli, Paola Di Pietro, Paolo Costa, Paolo Mazzone e Santo Angelico

  lavoranti e testimoni della fabbrica di giocattoli e maschere del maestro Francesco Lombardo

"il maestro Francesco Lombardo era un abile scalpellino della pietra bianca, incideva la pietra con l'utilizzo di appositi strumenti come le sgorbie non solo gli ornamenti decorative delle facciate delle abitazioni in stile floreale, ma scolpì anche sculture. Intorno al 1903 realizzò un angelo con il braccio destro alzato, in segno di benedizione e di una croce tenuta nella mano sinistra. La scultura venne sistemata al monumentale cimitero di Palazzolo Acreide, nella sommità della cappella del Cavaliere Cesare Judica realizzata dall’Arch. Prof. G. Vinci, ubicata a destra nel viale centrale del cimitero. era anche un estroso costruttore di giocattoli e maschere in cartapesta, alcuni giocattoli venivano costruiti in legno ed erano la traccola, il carretto, il calessino, l’asinello, il bue, il pastore con la pecorella, l’elefante e i ciccupeppe, altri giocattoli venivano realizzati in cartapesta, si trattava di cavalli irti e a dondolo, maschere e testoni in cartapesta di varie dimensioni e forme le più rappresentative erano il volto del vecchio, del pierrot, dell’orso, del l’asinello, del leone e la testa di re carnevale. Don ciccio pastasciutta per le feste patronali a Palazzolo Acreide per San Michele, l’Addolorata e San Giuseppe, costruiva grandi palloni di carta velina, di varie forme, di essi il più rappresentativo era lo “stellario”, caratterizzato da una forma di stella con cinque o sette punte, raffigurante da un lato il Santo patrono e dall’altro la lode al Santo. Altri palloni di carta velina erano i volti di fantasia, il gallo, il pesce, l’ oca e a tre pizzi che venne usato negli anni ’50 per festeggiare la ricorrenza del primo maggio, con la scritta “Viva il 1° Maggio” . Altri il pallone tipo mongolfiera con sette teste di drago, i palloni illuminati accesi con gli stoppini, una volta in volo, assumevano le sembianze di ninfe suscitando la gioia e lo stupore di grandi e piccini. I palloni venivano lanciati e fatti volare anche a Buscemi per la festa della Madonna al Bosco, a Cassaro per la festa di San Giuseppe, Sant’Antonio e San Sebastiano, a Ferla per Sant ’Antonio, San Sebastiano e la bellissima festa di Pasqua detta “A Paci“, a Buccheri per Sant’Antonio, a Santa Lucia per Santa Lucia di Mendola, a Madonna La Scala di Noto per Santa Maria a Scala, a Noto per San Corrado, a Canicattini Bagni per San Michele e a Ragusa Ibla per San Giorgio. In alcune di queste feste, don ciccio preparava su richiesta i cannoncini per il lancio dei “n’zareddi“ cioè fettuccine di carta colorata con la scritta della lode al Santo festeggiato. Inoltre don ciccio nella chiesa di Sant’Antonio Abate di Palazzolo Acreide vicino alla propria abitazione, durante il periodo natalizio faceva il presepe di pietra, preso dalla passione li rendeva verosimile alla realtà, utilizzava i suoi giocattoli in legno e il muschio fresco raccolto nelle campagne vicine al paese"